Francesca Governa, Marco Torchiano, Alessandro Armando, Marco Bassani, Emiliano Descrovi
(Consiglio Direttivo di Politecnico Futuro)
Stiamo attraversando un periodo complicato che interroga il nostro ruolo di ricercatori e ricercatrici. Questo è il punto di partenza del nostro “stare insieme”, di farlo e volerlo fare in maniera trasparente e aperta. La costituzione dell’associazione Politecnico Futuro è parte di questa volontà, e della necessità di scambio e confronto su questioni che chiamano in causa, più o meno direttamente, ruolo e responsabilità dell’Università intesa come luogo di formazione al lavoro, al pensiero critico, al dialogo e al confronto, all’approfondimento e alla riflessione. Leggere e approfondire questioni e temi difficili e sfuggenti, discutere e mettere in discussione, avanzare dubbi e domande, senza mai chiudersi in risposte e ricette predefinite è ciò che definisce il valore e il ruolo dell’università e della ricerca, in generale e, forse, in particolare oggi.
Negli ultimi mesi, abbiamo condiviso un periodo entusiasmante, a tratti faticoso e difficile, nato con la candidatura di Juan Carlos De Martin a rettore e poi trasformatosi, grazie alla partecipazione di tutti e tutte, nella costituzione dall’Associazione Politecnico Futuro. Abbiamo un manifesto, in cui sono riversati i principi di fondo delle nostre idee e dei nostri desideri sul Politecnico. Abbiamo uno statuto, per aiutarci a perseguire i nostri obiettivi e a svolgere le nostre attività. Abbiamo in programma tanti incontri e momenti conviviali. Abbiamo un carteggio di messaggi e scambi a distanza che contiene idee, suggerimenti di libri da leggere e film da guardare, così come commenti e prese di posizione di varia natura e stile sulle questioni più sentite e urgenti: l’occupazione del Politecnico, il Medio Oriente e la Palestina, l’etica della ricerca, la diffusione apparentemente inarrestabile delle università telematiche, le forme della didattica, Torino e le sue difficoltà. E molto altro. Un insieme di insoddisfazioni e frustrazioni, ma anche di sfide e speranze, che accompagnano il nostro incedere quotidiano all’interno di un sistema universitario radicalmente mutato rispetto a un “ideale” di libertà del pensiero e della ricerca. Un ideale che non siamo così ingenui da rimpiangere (sappiamo che probabilmente non è mai esistito), ma che al contempo è un orizzonte cui ci sembra importante continuare a riferirsi. Come ogni orizzonte si sposta sempre e non potremo mai raggiungerlo. Ma impegnarsi, assumersi la responsabilità e l’impegno di provarci, è forse un’altra ragione per la quale siamo qui. Ed è un impegno di cui vogliamo farci carico per noi stessi, per i nostri studenti e per le nostre studentesse, per un principio di responsabilità, civile e politica, che costituisce una parte importante del nostro ruolo e del nostro mestiere.
In questi mesi, abbiamo costruito una nostra comunità di pratiche, abbiamo praticato lo scambio e il confronto fra persone che quasi non si conoscevano, abbiamo discusso, anche animatamente, abbiamo costruito un luogo, informale e plurale, in cui condividere un’idea di futuro dell’università, del Politecnico, di noi ricercatrici e ricercatori, del nostro ruolo nel mondo. La costituzione dell’associazione è un atto formale, che impegna e istituisce una prospettiva di azione, congiunta e aperta. È importante sottolineare che Politecnico Futuro sarà (e ci sarà) con l’impegno attivo di tutti e tutte. Come è stato nella sua costruzione. Ognuno per quello che può, per quello che sa e sa fare. Politecnico Futuro è un’avventura collettiva, la cui propulsione dipende dalle forze di coloro che la costituiscono, un passo dopo l’altro. Si tratta, crediamo, di valorizzare la ricchezza del confronto e del dibattito che abbiamo costruito in questi mesi trasferendo in iniziative pubbliche i principi che ci animano, le ragioni per le quali siamo qui, la ricchezza delle nostre discussioni, l’onestà intellettuale e il rispetto che le ha sempre caratterizzate.